VERSO UNA NUOVA SCUOLA: LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DELLA VALUTAZIONE E DEL FEEDBACK

Feedback insegnanti e studenti

La scuola italiana sta affrontando un processo di forte cambiamento. Dopo decenni in cui il voto rappresentava l’unico metro di giudizio, oggi si sta affrontando un mutamento della cultura della valutazione, più attenta ai processi che ai risultati, più centrata sulla persona che sulla presentazione.

Non si tratta di un semplice cambiamento metodologico, ma di un mutamento culturale che ridefinisce il significato stesso dell’insegnare e dell’apprendere. Al centro di questa evoluzione si trova la cultura del feedback, intesa come dialogo costruttivo tra docente e studente, strumento di crescita e di consapevolezza.

Dal voto al percorso: una nuova idea di apprendimento

Per lungo tempo la valutazione è stata percepita come un atto conclusivo, una “sentenza” che sanciva il successo o il fallimento. Tuttavia, le più recenti riforme scolastiche e le ricerche pedagogiche internazionali hanno portato alla luce la necessità di una valutazione formativa, orientata al miglioramento continuo.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), attraverso le Linee guida sulla valutazione (2020), ha già sottolineato l’importanza di favorire una didattica riflessiva e partecipativa, in cui il voto non sia un punto d’arrivo, ma un’occasione per comprendere e crescere.

Secondo un’indagine INVALSI 2024, il 68% dei docenti italiani afferma di aver modificato il proprio approccio valutativo, introducendo strumenti come rubriche descrittive, portfolio delle competenze e momenti di autovalutazione guidata.

Il feedback come chiave del cambiamento

La pedagogia contemporanea riconosce feedback il fulcro del processo di apprendimento. Serve a creare una comunicazione educativa tra l’alunno e il docente, non è solo un commento ma è un aiuto allo studente per far capire dove si trova, dove può arrivare e come raggiungere il suo obiettivo.

Ricerche condotte dall’OCSE (ITALIS 2024) mostrano che gli studenti che ricevono feedback regolari e personalizzati migliorano in media del 23% nei risultati di apprendimento, rispetto a quelli che ricevono solo valutazioni numeriche. A livello psicologico, il feedback positivo attiva aree cerebrali legate alla motivazione e alla memoria, stimolando il rilascio di dopamina – come confermato dalle ricerche neuro scientifiche di Stanislas Dehaene.

L’insegnante, in questo contesto, si trasforma da semplice valutatore a mentore, una figura capace di guidare lo studente nel leggere i propri errori come parte di un percorso evolutivo.

Legata all’ambito anche la tecnologia

La digitalizzazione offre oggi nuove possibilità per rendere la valutazione più trasparente e personalizzata.

Piattaforme come Google Classroom, WeSchool o Microsoft Teams permettono agli insegnanti di fornire feedback immediati, anche multimediali, integrando commenti scritti, vocali o video. La tecnologia non può di certo sostituire l’attività autentica che svolge l’insegnante e l’interazione umana, ma può di certo aiutare lo svolgimento dei compiti all’interno e all’esterno della scuola.

L’uso consapevole delle tecnologie, unito alla formazione digitale dei docenti, può però rendere il feedback più frequente, tracciabile e personalizzato, soprattutto in contesti complessi o con classi numerose. Secondo un sondaggio di Indire (2025), il 72% dei docenti italiani ritiene che le piattaforme digitali abbiano migliorato la qualità e la tempestività del feedback, ma solo il 40% si sente adeguatamente formato per usarle in modo pedagogico.

Formare i docenti alla cultura del feedback

Questa nuova transizione richiede una profonda revisione della formazione degli insegnanti. Le università e i nuovi percorsi abilitanti promossi dal MUR per l’a.a. 2025/26 dovrebbero includere moduli specifici su comunicazione educativa, psicologica dell’apprendimento e strategie di feedback formativo. Non basta conoscere la propria disciplina, oggi insegnare significa anche saper comprendere e accompagnare.

Promuovere questa cultura significa creare scuole in cui anche i docenti apprendono, riflettendo sulle proprie pratiche e confrontandosi con i colleghi. Una scuola che sa darsi feedback è una scuola che cresce come comunità professionale e come ambiente di apprendimento.

In un tempo in cui l’istruzione rischia di diventare sempre più performativa, la scuola deve riscoprire la sua dimensione umana e dialogica.

Solo una scuola capace di ascoltare, riflettere e restituire feedback costruttivi potrà davvero formare cittadini liberi, curiosi e resilienti.

Perché ogni errore, se accolto con intelligenza e rispetto, diventa la prima scintilla del sapere.

Andrea Sole Paglia


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