PAOLO E IL SILENZIO COLPEVOLE: QUANDO IL BULLISMO DIVENTA TRAGEDIA

Il caso di Paolo, bullismo e cyberbullismo.

Un adolescente comune, di soli 15 anni, nella provincia di Latina è morto, e la notizia ha scosso tutta l’opinione pubblica. Il suo volto aveva un nome, ed era Paolo. Il ragazzo si è tolto la vita dopo un lungo periodo di solitudine e sofferenza, legate alle prese in giro, discriminazioni e umiliazioni provenienti da chi lo viveva ogni giorno, i suoi compagni di classe. La sua famiglia raconta di aver segnalato più volte la situazione alla scuola, ma senza ricevere un ascolto adeguato.

Il grido della famiglia

La madre, con parole piene di dolore, ha denunciato più volte un clima di isolamento e derisione in cui viveva Paolo. Anche il fratello ha preso posizione, scrivendo direttamente al Ministro dell’Istruzione e alla Presidente del Consiglio per chiedere che questa vicenda non finisca nel dimenticatoio. Nella lettera descrive atti di emarginazione e offese che hanno minato profondamente l’animo e la dignità del giovane.

Le indagini in corso

La Procura di Cassino ha avviato un’inchiesta con l’ipotesi di istigazione al suicidio. I telefoni di alcuni coetanei sono stati sequestrati per verificare eventuali episodi di cyberbullismo.

I Carabinieri stanno ricostruendo le interazioni digitali e raccogliendo testimonianze all’interno dell’istituto scolastico.

Risposta delle istituzioni

Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, ha espresso vicinanza alla famiglia del ragazzo e ha disposto due ispezioni ministeriali: uno nella scuola media frequentata in passato da Paolo e una nel nuovo istituto superiore. L’obiettivo è quello di scovare eventuali omissioni o segnalazioni ignorate. Il ministro ha inoltre ribadito della necessità di una “società più gentile, fondata sul rispetto reciproco”.

Legge contro il bullismo e cyberbullismo

Il Parlamento è intervenuto con la legge n.70 del 17 maggio 2024, entrata in vigore lo scorso giugno, che rafforza gli strumenti di prevenzione nelle scuole. Ogni istituto ha l’obbligo di adottare un codice interno contro bullismo e cyberbullismo, istituire un referente dedicato, creare tavoli di monitoraggio con studenti e famiglie e garantire servizi di sostegno psicologico. Inoltre, i dirigenti hanno l’obbligo di segnalare i casi più gravi alle autorità competenti.

Il ruolo della scuola

I docenti, secondo le linee guida ministeriali, sono chiamati a non sottovalutare alcun episodio. Devono raccogliere segnalazioni, analizzare le situazioni, intervenire con azioni educative mirate e monitorare nel tempo l’evoluzione dei casi. Quando il comportamento assume rilevanza penale, la scuola ha il dovere di coinvolgere immediatamente la magistratura.

Una responsabilità collettiva

La storia di Paolo purtroppo, non è un caso isolato. Ricorda a tutti quanti quanti sia importante la lotta al bullismo, che non può limitarsi a norme scritte, ma richiede un impegno concreto da tutte le istituzioni. Ogni gesto mancato, ogni parola non detta, un abbraccio non dato, sono tutti segnali che se non accolti e non pesati rischieranno di creare per sempre un dolore irreparabile.

Andrea Sole Paglia


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