VANDALIZZATA LA LAPIDE DI GIACOMO MATTEOTTI: UN GESTO CHE FERISCE LA MEMORIA DEMOCRATICA DEL PAESE

Giacomo Matteotti lapide vandalizzata

Il 21 luglio 2025, a Roma, è stata danneggiata la lapide in marmo posta davanti al monumento dedicato a Giacomo Matteotti, sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, nel luogo simbolico in cui il deputato socialista fu rapito nel 1924. I carabinieri, intervenuti sul posto, hanno avviato sin da subito le indagini per risalire ai colpevoli. Al momento, l’identità degli autori del gesto resta sconosciuta, ma il fatto ha subito scatenato un acceso dibattito pubblico.

Chi era Giacomo Matteotti

Deputato socialista, fu noto per il suo coraggio nell’opporsi apertamente al regime fascista di Mussolini. Il 30 maggio 1924, intervenendo alla Camera, denunciò apertamente le violenze e le irregolarità che avevano segnato le elezioni politiche di quell’anno. La sua morte scosse profondamente l’opinione pubblica italiana e internazionale. Matteotti è oggi considerato un martire della democrazia e della libertà di parola.

Un gesto che denuncia un vuoto educativo?

Molti osservatori sottolineano come, ancora ad oggi, lo studio della storia contemporanea, sia spesso trattato in modo marginale nelle scuole della penisola. Le vicende fondamentali del secondo dopoguerra, come la Resistenza, il suffragio universale e la Costituzione, faticano a trovare spazio nei programmi scolastici, con il rischio che episodi come il sacrificio di Matteotti finiscano nell’ombra. Eppure, è proprio dal 1943 al 1946, che si gettarono le basi del nostro attuale assetto democratico.

Le reazioni: condanne politiche, ma anche silenzi pesanti

Le reazioni non si sono fatte attendere. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha definito l’episodio “un atto di viltà”, mentre Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, ha parlato di un “gesto grave, un attacco alla memoria di un italiano caduto per la libertà di tutti”.

In molti hanno chiesto una presa di posizione chiara e ferma da parte della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che finora non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche. “Il minimo sarebbe condannare un atto vile contro un simbolo della democrazia italiana”, ha dichiarato il leader di +Europa.

Anche Elena Matteotti, nipote dello statista, ha espresso delusione per il silenzio della premier, ricordando che già durante il centenario del delitto aveva chiesto un gesto di riconoscimento istituzionale.

Più educazione alla memoria, meno indifferenza

L’episodio non è soltanto una questione di decreto urbano, ma chiama in causa i rapporto che l’Italia ha con la propria storia recente.

Il rispetto per figure come Giacomo Matteotti non si esprime solo attraverso una scuola capace di trasmettere con chiarezza il valore della libertà, della giustizia e del coraggio civile.

Investire sulla formazione storica e civica degli studenti è oggi più che mai necessario, perché episodi come questi non si ripetano e perché i cittadini di domani possano riconoscere l’importanza di chi ha dato la vita per i valori che hanno valorizzato da sempre il nostro paese, ma che adesso sembrano superati e scontati.

Andrea Sole Paglia

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