UNIVERSITÀ ITALIANE, IN AUMENTO LE IMMATRICOLAZIONI MA CON PROFONDE DIFFERENZE TERRITORIALI E DI GENERE
Il panorama universitario italiano mostra segnali incoraggianti: secondo un’analisi del Censis basata sui dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari, nell’anno accademico 2024/2025 si è registrato un incremento significativo delle immatricolazioni, pari al +5,3% rispetto al marzo precedente. Una tendenza che potrebbe rappresentare una risposta alla crescente consapevolezza dell’importanza della formazione universitaria per l’accesso al mondo del lavoro, ma anche un riflesso delle politiche di orientamento e supporto scolastico adottate negli ultimi anni.
Sud e centro Italia trainano la crescita
L’incremento degli iscritti non è omogeneo sul territorio. A fare da traino sono soprattutto gli atenei del Centro Italia, con un aumento del 14%, seguiti da quelli del Sud, dove si registra un incoraggiante +6,1%. In controtendenza il Nord, che vede una crescita contenuta nel Nord-Est (+2%) e addirittura un leggero calo nel Nord-Ovest (-0,9%). Questi dati potrebbero indicare una maggiore attrattività e accessibilità degli atenei meridionali e centrali, anche grazie a politiche di sostegno economico e all’ampliamento dell’offerta formativa.
I corsi più scelti: economia, ingegneria e sanità
Tra le aree disciplinari, quella economico-giuridica e sociale raccoglie la fetta più ampia di matricole, con il 35,4% delle nuove iscrizioni, che è composta in particolare dai corsi di economia (43,1% degli iscritti in quest’area).
Seguono le discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) con il 28,6% delle immatricolazioni, dove spiccano i corsi di ingegneria industriale e dell’informazione (42,6%).
In terza posizione l’area sanitaria e agro-veterinaria, con il 18,4% di iscritti, di cui oltre due terzi ha scelto corsi medico-sanitari e farmaceutici. Chiude la classifica l’area artistico-letteraria ed educativa, con il 17,6% delle immatricolazioni, trainata dai corsi del gruppo educazione e formazione (29,1%).
Nel confronto a lungo termine – tra l’anno accademico 2000/2001 e il 2024/2025 – l’incremento totale degli immatricolati è del 21,3%. Crescite marcate si registrano nei corsi sanitari e agro-veterinari (+63,2%) e nelle discipline STEM (+42,8%).
Particolarmente rilevante è l’aumento delle iscrizioni a scienze motorie e ai corsi di informatica e tecnologie ICT. Anche il gruppo scientifico nel suo complesso ha visto un’impennata di iscritti (+73,4%).
Tuttavia, non mancano le criticità: diminuiscono gli immatricolati in giurisprudenza (-25,3%) e in architettura e ingegneria civile (-20,1%). Le lingue straniere subiscono una flessione dell’11,6%, più marcata tra le donne (-12,7%).
Differenze di genere: le STEM parlano anche al femminile
Le analisi di genere rivelano tendenze interessanti: sebbene l’informatica rimanga un settore dominato dai maschi (incremento del 54,8% rispetto al 21,2% femminile), in altri ambiti scientifici il trend si inverte. In ingegneria industriale e dell’informazione, le iscrizioni femminili sono cresciute del 173,6%, contro il +35% degli uomini. Anche nelle scienze pure, le donne superano i colleghi uomini (+83,8% contro +60,5%).
Una bussola per chi deve scegliere
Questi dati non solo fotografano lo stato attuale del sistema universitario italiano, ma offrono anche uno strumento utile per gli studenti che stanno decidendo il proprio percorso post-diploma. Le tendenze mostrano un orientamento sempre più forte verso i settori con maggiori sbocchi occupazionali, come le scienze applicate, la sanità e l’economia.
Tuttavia, emerge anche la necessità di un maggiore equilibrio territoriale e di genere, e di interventi mirati per rafforzare l’interesse verso le discipline umanistiche, oggi in calo ma ancora fondamentali per una formazione completa.
Andrea Sole Paglia
There are no comments