PUNIZIONI PER I GIOVANI: UNA PIAGA GLOBALE CHE MINACCIA IL FUTURO DEI BAMBINI

Violenza su minori

Secondo un recente rapporto dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), oltre 1,2 miliardi di minori nel mondo subiscono regolarmente violenze fisiche all’interno delle mura di casa. Sono 58 i Paesi analizzati, che dimostrano un fenomeno non isolato, una pratica in verità ancora fortemente radicata in ogni continente, dall’Europa orientale all’Africa subsahariana, fino all’Asia e all’America Latina.

In Serbia e Sierra Leone più di due bambini su tre vengono puniti, mentre in Togo la percentuale supera addirittura il 75%.

In Ucraina e Kazakistan, circa un terzo dei minori ha subito colpi o maltrattamenti solo nell’ultimo mese. Questi dati evidenziano la persistenza di un fenomeno ancora profondamente radicato in diverse culture e presente , in alcuni casi, persino nei sistemi educativi.

Ferite invisibili: conseguenze psicologiche e sociali

Le punizioni corporali vanno ben oltre gli effetti di un dolore immediato. Studi neuroscientifici dimostrano che i bambini sottoposti a violenze fisiche presentano livelli più alti di cortisolo, l’ormone dello stress e modificazioni nella struttura cerebrale che incidono sulla capacità di apprendere e di gestire le emozioni.

A livello psicologico, l’impatto può tradursi in ansia cronica, depressione, bassa autostima e disturbi dell’attaccamento. Le conseguenze si fanno sentire anche in età adulta, aumentando il rischio di dipendenze, comportamenti autolesivi e violenza interpersonale. La ricerca dell’UNICEF stima che i minori vittime di maltrattamenti abbiano il doppio delle probabilità di abbandonare la scuola e quasi il triplo di sviluppare dipendenze rispetto ai coetanei non colpiti.

Chi è colpito dal fenomeno

La violenza domestica o scolastica non colpisce tutti i bambini allo stesso modo. I più esposti secondo gli studi risultano:

  • I minori con disabilità, che molto spesso subiscono abusi nelle strutture educative;
  • I figli di genitori con storia di violenza infantile, dipendenze o disturbi mentali;
  • I bambini che crescono in contesti segnati da povertà estrema, discriminazione etnica o sociale.

Il rapporto Innocenti dell’UNICEF sottolinea che la violenza educativa è più frequente nei Paesi con bassi investimenti nei servizi di sostegno alle famiglie e nei sistemi scolastici.

Le leggi non bastano: serve un cambiamento culturale

Negli ultimi decenni circa 65 Paesi hanno introdotto leggi che vietano in modo esplicito le punizioni corporali, tra cui Svezia, Germania, Spagna e più recentemente la Francia. La loro applicazione nell’ambito però si scontra con convinzioni culturali radicali.

Gli esperti avvertono che la sola legislazione non basta: senza programmi educativi rivolti a genitori, insegnanti e comunità, il cambiamento rimane superficiale. Progetti pilota condotti in America Latina dimostrano che la formazione genitoriale e il supporto psicologico alle famiglie riducono sensibilmente il ricorso alla violenza come metodo educativo.

In Italia, pur non esistendo una legge specifica che menzioni le punizioni corporali in casa, la giurisprudenza e il codice penale considerano qualsiasi violenza contro minori come un reato, rendendo di fatto illegittimo il ricorso a tali pratiche. Nonostante questo, indagini dell’ISTAT mostrano che una parte dei genitori continua a considerare accettabili schiaffi “sporadici”. Le iniziative di sensibilizzazione e i percorsi educativi promossi da scuole e servizi sociali puntano quindi a scardinare queste resistenze culturali, favorendo modelli educativi basati sul dialogo e sul rispetto reciproco.

Una sfida per la salute pubblica globale

La violenza sui minori non riguarda solo la moralità o l’educazione: rappresenta un problema di salute pubblica con enormi costi sociali. L’OCSE ha stimato che i traumi infantili incidono direttamente sulla produttività economica, aumentando la spesa sanitaria e riducendo il rendimento scolastico e lavorativo delle future generazioni.

Per questo l’OMS lancia un appello urgente: investire in politiche integrate che uniscano tutela legale, sostegno psicologico, formazione scolastica e campagne di sensibilizzazione di massa.

Andrea Sole Paglia


DATI RICAVATI: IA, https://www.orizzontescuola.it/

There are no comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Start typing and press Enter to search

Shopping Cart