ITALIA ED EUROPA A CONFRONTO: DATI ISTAT SULL’ISTRUZIONE
L’istruzione oggi è una leva fondamentale per lo sviluppo personale, economico e sociale. Avere una preparazione adeguata in tutti gli ambiti, può aiutare a trovare più soluzioni in un mondo sempre più complesso e digitale, che molto spesso corre non aspettando nessuno. Così non la pensano però le percentuali di studi dedicati all’istruzione stessa…
Prendendo come prova i dati ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), nel 2023 solo il 30,6% dei ragazzi compresi nella fascia di età tra i 25 e i 34, possedevano un titolo di studio terziario; e tra i 25 e i 64 solo il 65,5%, contro l’80% registrato nell’Unione Europea.
Un divario ancora più marcato si può notare nella percentuale di laureati: 21,6% in Italia, contro oltre il 35% dell’UE.
Inoltre, solo il 45,8% delle persone tra i 16 e i 74 anni possedeva competenze digitali di base, rispetto al 55,5% della media UE.
Il livello di istruzione ha un impatto diretto sulle possibilità di trovare lavoro: chi ha una laurea ha un tasso di occupazione dell’84%, molto più alto rispetto a chi ha solo la licenza media. Tuttavia, le differenze territoriali sono forti: nel Mezzogiorno l’accesso all’istruzione e le opportunità di lavoro restano più limitate rispetto al Nord.
Un altro problema è il numero elevato di NEET – giovani che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione. Nel 2023 erano il 16,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni, una percentuale tra le più alte d’Europa.
Collegato all’argomento è la dispersione scolastica che ha un tasso ancora troppo alto del 9,8%, e la maggior parte dei ragazzi che lascia la scuola è perché segue l’esempio dei genitori, provenienti molto spesso da famiglie con un basso livello di istruzione.
Questi numeri mostrano quanto sia urgente investire nella scuola, nell’università e nella formazione continua. Migliorare l’istruzione significa dare a tutti i giusti strumenti per partecipare attivamente alla vita economica e sociale del Paese.
Andrea Sole Paglia
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