INFANZIA SOTTO PRESSIONE: IL FENOMENO DELL’ADULTIZZAZIONE E LE SUE CONSEGUENZE
Negli ultimi anni, il fenomeno dell’adultizzazione dell’infanzia e dell’adolescenza sta assumendo proporzioni preoccupanti. Si tratta di un processo per cui bambini e ragazzi vengono spinti prematuramente a comportarsi, pensare e vivere come adulti, saltando passaggi fondamentali per la loro crescita emotiva e sociale.
A fronte di importanti conquiste nel campo dei diritti d’infanzia, si osservano oggi tendenze che mettono a rischio lo sviluppo armonico delle nuove generazioni. Secondo una recente indagine ISTAT ( Istituto Nazionale di Statistica), il 62% dei bambini tra i 6 e i 10 anni dichiara di sentirsi sotto pressione dalla routine quotidiana fatta di scuola, sport, doposcuola e compiti. Un modello che ricalca in tutto e per tutto quello degli adulti, ma senza le giuste conoscenze per affrontarlo al meglio.
I ruoli delle istituzioni
La famiglia, un tempo fulcro della socializzazione primaria, si trova oggi in difficoltà a causa di cambiamenti strutturali: famiglie allargate, separazioni, genitorialità condivisa. La scuola, da parte sua, vive un doppio ruolo: è chiamata in primo luogo ad educare e in secondo luogo a colmare le lacune relazionali lasciate da altri contesti. Tuttavia, anche qui la relazione si indebolisce: secondo il CENSIS ( Istituto di ricerca economico-sociale italiano), l’84% degli insegnanti ritiene che l’uso eccessivo della tecnologia abbia ridotto la qualità dell’interazione con gli studenti.
In questo vuoto, avanzano nuovi “educatori” informali: i social network. Ragazzi sempre più piccoli sognano di diventare influencer, interiorizzando modelli legati a successo, immagine e denaro, trascurando valori importanti come la libertà dei valori.
I bambini giocano ancora ?
Uno degli effetti più evidenti dell’adultizzazione è la scomparsa del gioco libero. Sostituito da schermi e app, il gioco perde la sua funzione fondamentale: sperimentare, inventare ed esplorare. Come ricorda i Piano Nazionale dell’Infanzia, l’80% dei bambini tra i 6 e i 12 anni gioca quotidianamente da solo con un dispositivo digitale, mentre solo il 34% gioca regolarmente all’aperto con coetanei.
Per contrastare l’adultizzazione è necessario rimettere al centro l’infanzia, restituendo ai bambini spazi di libertà e crescita graduale. Serve un impegno congiunto di scuola e famiglia per definire regole sull’uso dei dispostivi, promuovere l’educazione digitale e favorire esperienze che sviluppino la corporeità, la creatività e le relazioni vere.
L’obiettivo quindi, non è “tornare indietro”, ma costruire un nuovo equilibrio: un percorso educativo a misura di bambino, in cui diventare adulti sia una conquista, non un’imposizione.
Andrea Sole Paglia
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