IMMISSIONI IN RUOLO DOCENTI 2025/2026: IN ARRIVO OLTRE 50.000 STABILIZZAZIONI, MA SERVE L’OK DEL MEF
Cresce l’attesa per le nuove assunzioni a tempo indeterminato nella scuola pubblica: per l’anno scolastico 2025/2026, sono attesi circa 52.000 nuovi posti per insegnanti. I numeri verranno confermati martedì 8 luglio alle ore 15:00, quando il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) incontrerà i sindacati per l’informativa ufficiale.
Quanti posti ci saranno davvero?
Il numero di 52.000 è una prima stima dopo la conclusione dei trasferimenti del personale di ruolo, ma non è ancora definitivo.
Infatti, per rendere valide queste assunzioni, serve il via libera dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che negli anni scorsi ha autorizzato meno posti di quelli richiesti.
Inoltre, i posti legati al concorso PNRR 2 non si aggiungono a questi 52.000: sono considerati “posti virtuali” finché non vengono assegnati ai vincitori.
Chi verrà assunto per primo?
Una volta ottenuta l’autorizzazione, il Ministero deciderà quanti posti assegnare a ogni regione e gli Uffici Scolastici Regionali li suddivideranno tra materie e ordini di scuola.
I criteri con cui si deciderà chi verrà assunto prima saranno spiegati nell’Allegato A di un decreto. Ma ci sono ancora dubbi: ad esempio, per i posti di sostegno, avranno la precedenza i docenti in graduatoria GPS sostegno oppure quelli idonei del concorso PNRR?
Idonei e precari: cosa aspettarsi?
Gli idonei nei concorsi potranno essere assunti entro tre anni, ma non è sicuro che accadrà subito. Prima si dovranno coprire tutti i posti destinati ai vincitori dei concorsi e solo in caso di rinunce si passerà agli idonei.
Intanto, i sindacati chiedono chiarezza e vogliono capire come verranno gestiti i numeri e quali priorità si seguiranno. L’incontro dell’8 luglio sarà quindi molto importante per fare il punto della situazione.
Per chi precario o in attesa di ruolo, l’estate sarà ancora una volta un periodo di speranza e incertezza. Le immissioni in ruolo sono fondamentali per garantire continuità didattica e stabilità professionale, ma servono decisioni chiare e trasparenti, oltre che tempi certi, per permettere a migliaia di docenti di sapere finalmente quale sarà il loro futuro.
Andrea Sole Paglia
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