DIVIETO CELLULARI A SCUOLA: NUOVA SFIDA PER STUDENTI E DOCENTI

Divieto telefono a scuola

Si è sentito parlare molto in questi giorni del divieto che ha aperto le porte al nuovo anno scolastico 2025/2026: l’uso del cellulare negli istituti superiori è proibito. A stabilirlo è stato il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con la firma del ministro Giuseppe Valditara. La circolare, entrata in vigore il 1° settembre, estende il divieto anche alle scuole secondarie di secondo grado, già operativo in elementari e medie. Da ora, smartphone e tablet personali dovranno rimanere spenti per tutta la durata delle lezioni.

È stato scaturito sin da subito un dibattito, con due punti di vista molto distanti: da un lato a parlare sono gli insegnanti e i genitori che vedono questa scelta come una possibilità concreta per ridurre distrazioni e favorire la concentrazione, dall’altro lato gli studenti denunciano una perdita di autonomia e la scarsa fiducia riposta dalla scuola italiana.

I motivi alla base del divieto

Secondo i dati diffusi dall’OCSE e dall’OMS, i ragazzi italiani trascorrono in media più di 4 ore al giorno davanti allo smartphone, al di fuori delle attività strettamente legate al mondo didattico. L’abuso di questi dispositivi porta, stando agli studi dell’Istituto Superiore di Sanità, cali di attenzione, difficoltà di memoria a breve termine, riduzione del rendimento scolastico e problemi del sonno.

Non mancano ricadute psicologiche: uno studio europeo del 2024 ha evidenziato che l’uso compulsivo dei social network aumenta del 35% il rischio di sviluppare ansia e senso di isolamento tra gli adolescenti.

Da scuola a scuola

Pur trattandosi di un divieto nazionale, sta ai singoli istituti applicare concretamente la norma. Ogni scuola dovrà aggiornare il proprio regolamento interno e il Patto di corresponsabilità con le famiglie. Le sanzioni previste variano: si parte da un semplice richiamo verbale per arrivare, nei casi più gravi, al ritiro del telefono con consegna ai genitori.

Molteplici sono gli istituti che hanno valutato soluzioni pratiche come armadietti fuori dalle aule o contenitori sigillati per dispostivi, mentre altri preferiscono affidarsi alla responsabilità individuale degli studenti, richiedendo di tenere il cellulare spento nello zaino.

Un divieto utile o un passo indietro?

Le opinioni continuano ad essere varie. Oltre il 60% dei genitori sostiene la misura, tra i liceali prevale un certo scetticismo: solo 1 su 10 ritiene che il divieto assoluto sia utile. Sono molti i ragazzi che cercano di proporre una via intermedia, con l’uso consentito solo per attività didattiche guidate dai docenti.

Diversi esperti affermano che limitarsi a proibire senza insegnare un uso critico e consapevole della tecnologia potrebbe rivelarsi controproducente. L’educazione digitale, spiegano i pedagogisti, dovrebbe diventare parte integrante dei programmi scolastici, con ore dedicate non solo alle competenze informatiche ma anche alla gestione del tempo online e al riconoscimento delle dipendenze digitali.

Le prospettive future

La nuova norma nasce da un lato con l’obiettivo di proteggere gli studenti da distrazioni e abusi, dall’altro, mette in evidenza la necessità di non trascurare il ruolo che smartphone e tablet ricoprono nella vita quotidiana e, sempre più spesso, anche nei percorsi formativi. Alcune università italiane stanno già sperimentando corsi sull’etica digitale e sull’uso responsabile delle tecnologie.

Il tema rimane aperto, con la sfida di responsabilizzare ogni individuo all’uso consapevole di strumenti digitali, come il cellulare.

Andrea Sole Paglia


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