BONUS MAMME 2025: PIÙ RISORSE E NUOVI REQUISITI PER IL SOSTEGNO ALLE LAVORATRICI CON FIGLI
Con l’emanazione del decreto del Ministero del Lavoro datato 30 giugno 2025, si rafforza il sostegno economico alle famiglie italiane, in particolare alle donne lavoratrici con figli. L’intervento, che rientra nella strategia nazionale per la natalità e l’occupazione femminile, prevede un incremento delle risorse dedicate al cosiddetto bonus mamme, portando lo stanziamento complessivo a 480 milioni di euro (180 milioni aggiuntivi rispetto ai 300 già previsti dalla Legge di Bilancio).
Il nuovo bonus 2025 si rivolge a tutte le lavoratrici dipendenti e autonome (anche iscritte alla Gestione Separata INPS o a casse previdenziali professionali), con almeno due figli, di cui il più piccolo con meno di 10 anni. Il beneficio consiste in 40 euro netti al mese per 12 mesi, per un totale massimo di 480 euro annui.
Per le madri con tre o più figli, il limite d’età di estende: il figlio più piccolo deve avere meno di 18 anni. La misura è esente da tasse, non incide sull’ISEE e sarà cumulabile con altri benefici familiari già in vigore, come l’Assegno Unico Universale. Il bonus sarà erogato dall’INPS direttamente in busta paga a dicembre, in un’unica soluzione.
Non tutte le madri potranno però beneficiare della misura. Ne sono escluse:
- Le lavoratrici domestiche;
- Le madri con un solo figlio;
- Le professioniste in regime forfettario;
- Le disoccupate;
- Le pensionate.
Inoltre, per accedere al bonus è richiesto un reddito da lavoro annuo inferiore a 40.000 euro.
Il futuro del bonus: dal 2026 cambia tutto
Dal 1° gennaio 2026, il bonus da 40 euro mensili sarà sostituito da un esonero contributivo parziale, ovvero uno sconto sulla quota previdenziale a carico della lavoratrice. Resterà comunque attivo il contributo pieno fino a 3.000 euro annuì per le madri con almeno tre figli e contratto a tempo indeterminato.
A partire dal 2027, il sistema sarà uniformato per tutte le madri con almeno tre figli: esonero contributivo fino a 40.000 euro di reddito annuo, senza istituzione tra lavoro dipendente o autonomo. Requisito chiave resterà sempre l’età del figlio più piccolo, che dovrà essere inferiore ai 18 anni.
Secondo dati ISTAT aggiornati al 2024, il tasso di occupazione femminile in Italia si attesta al 52,5%, ben al di sotto della media UE (circa il 64%). L’Italia è inoltre tra i Paesi con la più bassa natalità: nel 2024 sono stati registrati meno di 380.000 nuovi nati, il minimo storico.
Il bonus mamme rappresenta un segnale positivo in una direzione auspicata da tempo: conciliabilità tra vita lavorativa e familiare, ma secondo numerosi esperti, non basta da solo. Servono politiche strutturali sul lavoro femminile, più asilo nido accessibili, flessibilità lavorativa e una maggiore condivisione del carico familiare.
Per usufruire del bonus, le interessate dovranno presentare domanda all’INPS, non appena sarà pubblicato il decreto attuativo, atteso nelle prossime settimane. Non è esclusa la possibilità di un click day per gestire le richieste, dato il numero limitato di risorse disponibili.
Il nuovo bonus mamme 2025 rappresenta un’opportunità concreta per molte famiglie, ma anche una sfida organizzativa per l’amministrazione e un banco di prova per la politica sociale italiana. Sostenere la maternità e il lavoro femminile, oggi più che mai, significa investire nel futuro del Paese.
Andrea Sole Paglia
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