BES E DSA: PERCHÉ L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO È UNA RISORSA PER TUTTI

Professoressa di sostegno

Oggi quando si parla di inclusione all’interno delle scuole, si sente sempre più spesso parlare di BES e DSA. Queste sono sigle che indicano situazioni molto diverse tra loro, ma con un punto in comune: entrambe hanno bisogno di attenzioni particolari per permettere a chi le vive di esprimere davvero le proprie potenzialità, capacità, competenze e individualità.

Con BES (Bisogni Educativi Speciali) si intendono condizioni molto ampie: 

  • difficoltà di apprendimento temporanee
  • svantaggi linguistici o culturali
  • deficit sensoriali o motori 
  • disturbi certificati

Dentro questo grande “ombrello” rientrano anche i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), come:

  • dislessia
  • disgrafia
  • disortografia 
  • discalculia

Non si tratta di mancanza di intelligenza, tutt’altro, ma di un modo diverso di elaborare le informazioni, ad esempio, un individuo con DSA può avere una memoria visiva straordinaria o un pensiero creativo fuori dal comune, ma fa più fatica con lettura, scrittura o calcolo.

Ed è proprio qui che entra in gioco una figura fondamentale: l’insegnante di sostegno!

Non solo supporto individuale

Spesso si pensa che il docente di sostegno sia “l’insegnante dello studente con difficoltà”. In realtà il suo ruolo è molto più ampio e prezioso. La figura dell’insegna di sostegno ricopre di mediatore educativo e proprio per questo lavora con tutta la classe, non solo con l’alunno con BES o DSA. Aiuta a costruire un clima dinamico, inclusivo e pro-attivo. Fondamentale è la sua collaborazione con i colleghi del consiglio di classe per proporre strategie mirate e variegate per rendere la didattica accessibile a tutti.

Non si tratta di fare “sconti”, come pensano in molti erroneamente, ma di trovare nuove strade in una scuola che muta o dovrebbe mutare con il mutarsi della società e dei bisogni territoriali in cui opera. 

Fondamentali quindi diventano:

  • Strumenti compensativi 
  • mappe concettuali
  • schemi
  • software di lettura
  • prove personalizzate. 

Attraverso tutti questi strumenti ed il loro utilizzo gli insegnanti permettono allo studente di non sentirsi escluso e di poter mostrare ciò che sa davvero, senza essere “bloccato” dall’ostacolo tecnico/fisico del leggere, scrivere o calcolare.

Un valore per la classe intera

La presenza dell’insegnante di sostegno non aiuta solo lo studente con difficoltà, come abbiamo già accennato sopra, ma arricchisce anche l’intero gruppo classe e contesto scolastico e di rimando in un contesto più macro il costrutto sociale di appartenenza. Gli studenti vivendo la quotidianità come compagni imparano che ciascuno ha tempi e modi diversi di imparare e che la diversità non è un limite, ma un’opportunità. Pertanto tutto questo diviene un’esperienza educativa di grande valore che prepara alla vita reale, dove non esiste un solo modo giusto di fare le cose.

L’inclusione deve stimolare empatia, collaborazione e rispetto, competenze che non sono più importanti delle nozioni scolastiche ma che sono di pari importanza per la formazione di un cittadino consapevole.

Il sostegno come progetto condiviso

Attraverso strumenti come il PDP (Piano Didattico Personalizzato) o il PEI (Piano Educativo Individualizzato), l’insegnante di sostegno costruisce insieme ai colleghi, alle famiglie e agli specialisti un percorso su misura, fatto di obiettivi concreti e strategie condivise. Il lavoro dell’insegnante di sostegno pertanto non si esaurisce in aula.

Non solo inclusione, ma valorizzazione

La scuola inclusiva pertanto non è solo un obbligo di legge: è una scelta culturale. Vuol dire cambiare prospettiva, non vedere il bicchiere mezzo vuoto ma mezzo pieno, vuol dire smettere di guardare alle difficoltà solo come problemi e iniziare a vedere le potenzialità che ognuno ha.

La sfida della scuola di oggi non è uniformare tutti e standardizzare, ma al contrario accompagnare ciascuno a dare il meglio di sé. Con lo sguardo giusto, da una difficoltà può nascere un talento che arricchisce tutti.

Dott. Luca Baldoni

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